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La Famiglia Paolina in preghiera per le vocazioni

21 Febbraio 2023
in Senza categoria
La Famiglia Paolina in preghiera per le vocazioni

* Foto di Tomislav Jakupec da Pixabay

Schema di preghiera per il mese di marzo.

Introduzione: Nella preghiera di oggi abbiamo come esempio di contemplazione il nostro beato Fondatore che, ancora seminarista, proprio in ginocchio davanti all’Eucaristia, nella famosa notte di “passaggio” tra i due secoli, si sente rivolgere la parola “Venite a me voi tutti” (Mt 11,25-30): riceve dal Signore la sua vocazione-missione! Da quel momento inizia a maturare che “Tutto nasce come da fonte vitale dal Maestro Eucaristico. Così è nata dal Tabernacolo la Famiglia Paolina, così si alimenta, così vive, così opera, così si santifica. Dalla Messa, dalla Comunione, dalla Visita Eucaristica tutto: santità e apostolato” (UPS II, 10). Ci disponiamo quindi a vivere questo incontro con il Maestro per ritrovare in Lui la fonte per la nostra vita, la nostra vocazione, la nostra missione. E a fare nostre le disposizioni di Maria di Betania, che ascoltava la Parola di Gesù seduta ai suoi piedi.

Da Vangelo secondo Luca (10, 38-42)

Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Rileggo più volte il brano, mi fermo sulla parola o l’espressione che mi cattura, la ripeto dentro di me finché scende in profondità.

Per riflettere…

Luca colloca questo episodio dopo la parabola del samaritano e prima del Padre nostro, perché vuole equilibrare la missione autentica: l’ascolto, la comunione con Dio e l’agape. Soprattutto noi paolini siamo chiamati a trovare questo equilibrio con lealtà.

Gesù rimprovera Marta per l’eccessivo carico di tensione che lacera la sua vita. Perché la «molteplice diakonìa» non diventi uno sterile agitarsi a vuoto, un’azione frenetica e convulsa (magari per gloriarsi), bisogna talvolta staccarsi dalla molteplice diakonìa e sedersi ai piedi di Gesù per prendere luce, grazia per la missione.

Anche a noi apostoli, troppo spesso, capita di inchiodare Gesù alle nostre pretese e ai nostri gusti e progetti di apostolato: siamo preoccupati delle cose del Regno di Dio, ma spesso trascuriamo invece proprio Lui. Compiamo i riti sacri e anche le pratiche di pietà, ma parliamo troppo poco con Dio e non Lo facciamo parlare con noi, trascurando la sua luce che ci farebbe discernere il progetto vero del Signore su di noi come ha sperimentato don Alberione.

Quel che il Signore vuole operare in noi è molto più importante di ciò che noi facciamo per gli altri: i santi hanno realizzato grandi opere, perché hanno lasciato a Dio intervenire fortemente nella loro vita. Rischio per gli apostoli trattiamo le cose di Dio, predichiamo la sua parola, ma lo ascoltiamo-seguiamo veramente?

Marta rappresenta l’Antico Israele che pensava di meritarsi la salvezza con le sue opere, mentre Maria rappresenta il nuovo Israele che sa riconoscersi fragile-povero (come il “pubblicano”) e si affida a Dio, alla sua luce che scaturisce dal Tabernacolo e dalla Parola di Dio. Per questo che poi sa scegliere la parte migliore.

Per una verifica

…riconosciamo con umiltà che dentro il “cuore” di ognuno di noi sono presenti Marta e Maria: troppo spesso siamo Marta. Facciamo crescere Maria, aprendoci alla grazia che ci rende capaci di servire i fratelli e agire nella missione con umiltà e mitezza (senza agitarsi troppo). Per operare la diakonìa (il nostro apostolato), per fare bene Marta, bisogna saper fare Maria. Il vero problema per noi apostoli-consacrati è la mancanza della presenza, misteriosa ma reale del Signore, nella nostra vita che ci rende liberi, capaci di saper dire anche dei no e di fissare tempi per un necessario e sano ristoro: “Da qui (Parola ed Eucarestia) voglio illuminare…”.

I

«La visita eucaristica è la pratica che più orienta e influenza tutta la vita e tutto l’apostolato. È il gran mezzo per vivere tutto Gesù Cristo. È il segreto per la trasformazione nostra in Cristo: vivit vero in me Christus… Fare la visita, predicare la visita, avviare alla visita. La vita paolina, più esposta ai pericoli, non si reggerebbe senza di essa. Le Costituzioni non avrebbero provveduto abbastanza per la perfezione e l’apostolato se non l’avessero introdotta. È in Cristo che si stabilisce l’unione di spirito, di fede, di carità, di pensiero, di attività… La visita ben fatta è un’anima che pervade tutte le ore, le occupazioni, i pensieri, le relazioni con i fratelli. È una linfa o corrente vitale, che su tutto influisce, comunica lo spirito anche alle cose più comuni. Forma una spiritualità che si vive e comunica: trasforma la vita in preghiera e la preghiera in vita». (don Alberione, UPS II, 105-110)

Solista:

O Maestro, tu hai parole di vita eterna:
alla mia mente, ai miei pensieri sostituisci te stesso,
o tu che illumini ogni uomo e sei la stessa verità:
io non voglio ragionare che come tu ammaestri,
né giudicare che secondo i tuoi giudizi,
né pensare che te verità sostanziale, data dal Padre a me:
“Vivi nella mia mente, o Gesù Verità”.

Tutti: Vivi nella mia mente, o Gesù verità.

Solista:

La tua vita è precetto, via, sicurezza unica, vera, infallibile.
Dal presepio, da Nazareth, dal Calvario
è tutto un tracciare la via divina:
d’amore al Padre, di purezza infinita,
d’amore alle anime, al sacrificio…
Fa che io la conosca, fa’ che metta ogni giorno il piede
sulle tue orme di povertà, castità, obbedienza:
ogni altra via è larga… non è tua.
Gesù, io ignoro e detesto ogni via non segnata da te.
Ciò che vuoi tu, io voglio:
stabilisci la tua volontà al posto della mia volontà.

Tutti: Stabilisci la tua volontà al posto della mia volontà.

Solista:

Al mio cuore, si sostituisca il tuo:
al mio amore a Dio, al prossimo, si sostituisca il tuo
Alla mia vita peccatrice umana, si sostituisca la tua divina,
purissima, sopra tutta la natura. “Io sono la vita”.
Ecco perciò, per mettere te in me,
io darò ogni premura alla Comunione, alla Santa Messa,
alla Visita al Santissimo, alla divozione alla Passione.
E questa vita venga a manifestarsi nelle opere
“perché la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo”,
così come accadde a san Paolo “vive in me Cristo”.
Vivi in me, o Gesù vita eterna, vita sostanziale.

Tutti: Vivi in me, o Gesù vita eterna, vita sostanziale (DF 39-40).

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Tags: Appuntamenti
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