San Paolo e lo sport [2]

Fare squadra seguendo le regole di san Paolo nelle sue Lettere. È quanto suggerito da Papa Francesco rivolgendosi all’Associazione Sportiva Dilettantistica “Sport in Vaticano” ricevuta in udienza il 9 febbraio 2023. Un discorso che si può bene applicare per l’impegno cristiano.

Il Papa ha fatto riferimento a due brani di San Paolo: «Non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce, noi invece una che dura per sempre» (1 Corinzi 9, 24-25); «Non ho certo raggiunto la meta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù» (Filippesi 3,12).

«Questi due brani – dice il Papa – permettono di leggere il sano agonismo come un’attività che può contribuire alla maturazione dello spirito». Ed evidenzia tre regole fondamentali.

«Anzitutto, l’allenamento. Il pensiero va subito alla fatica – allenarsi è fatica -, al sudore, al sacrificio. Alla base di questo c’è la passione per il proprio sport. Una passione gratuita, quella che si chiama “amatoriale”, da amateur, che esprime proprio l’amore per una certa attività. In italiano si dice “dilettante”, che ha assunto un senso a volte riduttivo, ma che deriva da “diletto”, cioè dal piacere con cui si fa un’attività».

«C’è poi la disciplina, che è un aspetto dell’educazione, della formazione. Un atleta disciplinato non è solo uno che osserva le regole. Certo, questo è importante, dev’esserci. Ma disciplina richiama “discepolo”, cioè uno che vuole imparare, che non si sente “arrivato” e in grado di insegnare a tutti. Il vero sportivo cerca sempre di imparare, di crescere, di migliorarsi».

«Infine, la motivazione. San Paolo scrive: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede” (2 Timoteo 4,7). È il suggello perfetto dell’adesione alla chiamata… La verifica non si fa sul risultato numerico, ma su come siamo stati fedeli e coerenti alla nostra chiamata».

Si tratta di tre indicatori utili a uno sportivo, ma anche per il cristiano nel suo vivere seguendo Gesù. Per essere santi. Vale la pena riportare, a questo proposito, un piccolo brano di un’intervista che Papa Francesco ha rilasciato a Pier Bergonzi per la Gazzetta dello Sport (2 gennaio 2021): «Per me il segreto per desiderare e per vivere la santità è quello di mettersi in gioco. Infatti che cosa fa un giocatore quando è convocato per una partita o un atleta prima di partecipare ad una gara? Si deve allenare, allenare e ancora allenare… Ecco: per me allenarmi – e anche un Papa si deve sempre tenere in allenamento! – è chiedere ogni giorno a Dio “Che cosa vuoi che faccia, che cosa vuoi della mia vita?”. Domandare a Gesù, confrontarsi con Lui come con un allenatore. E se si fa uno scivolone, nessuna paura: a bordo campo c’è Lui che è pronto a rimetterci in piedi. Basta non aver paura di rialzarsi”».