PAOLO: CONSAPEVOLEZZA APOSTOLICA [3]

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il Vangelo di Dio.

Chiamato ad essere apostolo.

Apostolo” è il titolo principale che Paolo si attribuisce nelle sue lettere. Il titolo è la traslitterazione del termine greco ἀπόστολος (apòstolos), che significa “inviato”. In senso proprio, il titolo è applicato nei testi del Nuovo Testamento ai dodici apostoli che seguirono Gesù durante il suo ministero pubblico, e Paolo non ne faceva parte. Ma lui stesso specifica di essere “apostolo per chiamata” (Romani 1,1), “Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò” (Galati 1,15).

Paolo è apostolo per vocazione, ha ricevuto una chiamata specifica. Che non va confusa con la scelta di una professione. La vocazione presuppone qualcuno che chiama, qualcuno che ascolta e risponde alla chiamata.

Paolo stesso confessa che “perseguitava e devastava la Chiesa di Cristo” (Galati 1,13) e “minacciava di morte i discepoli del Signore” (Atti 9,1). Ma i piani di Dio erano altri. In quel contesto di odio violento contro i seguaci della dottrina di Cristo (Atti 9,2), Gesù entra nella sua vita e lo “travolge”, lo costringe a “cadere a terra”. Alle porte di Damasco, Gesù gli appare come una luce che lo avvolge, luce più brillante del sole, e lo chiama due volte con il suo nome “Saulo, Saulo”. “Chi sei Signore?” osa chiedere. La risposta è una chiamata: “Io sono Gesù, che tu perseguiti. Ma ora àlzati e sta’ in piedi; io ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto e di quelle per cui ti apparirò” (Atti 26,15-16).

La chiamata è imperativa e incisiva. Nessun sondaggio preliminare, nessuna consultazione, nessuna ricerca sul campo per dare la risposta. C’è “Uno” che chiama, afferra con insistenza chi è chiamato e lo conquista.

La coscienza che Paolo ha di essere chiamato da Dio si esprime nel titolo di “κλητὸς ἀπόστολος” (kletòs apóstolos): apostolo chiamato (da Dio). Il termine «kletòs» è estremamente ricco, e va oltre il semplice “chiamato”. Sottolinea una convocazione santa, divina, particolare, riservata, come quella dei grandi profeti, importante per lo svolgimento del piano divino di salvezza.

In seguito, Paolo racconterà così il suo incontro con il Signore alle porte di Damasco: “sono stato conquistato da Cristo Gesù” (Filippesi 3,12). Gesù ha afferrato, preso, conquistato Saulo. È entrato nella sua vita e ha causato un vero terremoto alla sua esistenza. Da quel momento diventerà il testimone del Signore.