La vocazione paolina nel pensiero di don Giacomo Alberione [3]

Il tema vocazionale è stato sempre molto vivo in don Alberione ed è presente nei suoi vari interventi. Ne riportiamo alcuni (interventi dal 1949 al 1967).

° La Società S. Paolo ha in se stessa grazie e una organizzazione tali e di speciale natura da trasformare molto gli aspiranti e farne davvero dei Figli ed imitatori attivi di San Paolo. […] Siano dunque un seminario ed un vivaio di apostoli paolini per il miliardo e più di uomini che vivono in queste regioni. Il Maestro Divino li attende: «Venite ad me omnes… Docete omnes gentes». (San Paolo, luglio 1949).

° Voglia il Signore che per nostra indolenza non abbia a perdersi nessuna vocazione… (San Paolo, secondo numero di luglio 1949).

° Ovunque il problema vocazionario è il più urgente e il più difficile. Nel Vangelo leggiamo che il divino Maestro, modello di ogni Apostolo, anzi l’Apostolo per eccellenza, se ne occupò in primo luogo, con sommo zelo, con ogni sacrificio. Prima di manifestarsi già aveva invitato Giacomo, Giovanni, Andrea, Pietro ecc. Questo fu considerato e imitato nella Pia Società di S. Paolo sin dai primissimi passi. Il Signore ha preparato ovunque vocazioni. Egli salva gli uomini con il ministero degli uomini; come il Figlio di Dio che per salvarci si fece uomo. (San Paolo, agosto-settembre 1949).

° Curare le vocazioni è l’opera delle opere. Primo apostolato di Gesù fu quello di cercare e formare i suoi continuatori: gli Apostoli. Prima di cominciare la predicazione già si era raccolto un gruppetto di futuri apostoli. Attorno ad essi spese la parte migliore della sua vita pubblica. Le altre opere si faranno se vi saranno gli operai. (San Paolo, gennaio 1951).

° Il Signore ha preparate moltissime vocazioni alla Famiglia Paolina, proporzionalmente al bisogno degli apostolati moderni nella Chiesa. Occorre che abbiamo fiducia vera nella Provvidenza. (San Paolo, dicembre 1951).

° La vita paolina comprende un apostolato così moderno ed attraente che, ben presentato, entusiasma i giovani: si potranno così avere facilmente vocazioni. (San Paolo, maggio-giugno 1953).

° Stimiamo la grazia della vocazione? Preghiamo ogni giorno per corrispondere alla vocazione? Essa è un tesoro di immenso valore. (Meditazione tenuta alla Famiglia Paolina nella cripta del Santuario dedicato alla Regina degli Apostoli i 4 ottobre 1954).

° È profondamente diversa la vocazione dalla tendenza ad una professione civile o ad un mestiere. La vocazione investe tutto l’essere umano e cristiano. Mente, volontà, cuore, corpo vi sono impegnati… Dio ha la prima parte. […] Chi è chiamato a stare più vicino a Lui in cielo è pure chiamato a stare più vicino a Lui sulla terra: e chi deve in cielo rifulgere dell’aureola dell’Apostolo, o del Martire, o del Dottore, o del Vergine, ha sulla terra la vocazione all’apostolato, o al martirio, o al dottorato o alla verginità.

Leggere bene il capo IX dell’Epistola di S. Paolo ai Romani: “Il vaso di argilla chiederà forse a chi l’ha formato: perché mi hai fatto così? Il vasaio non è forse padrone dell’argilla e non ha diritto di formare della stessa massa un vaso di onore e un altro per usi vili?”. Il Padre celeste crea l’anima chiamata a consacrarsi a Lui con speciali qualità e questa nasce con particolari qualità di mente cuore volontà. […] A noi spetta assecondare il volere di Dio. (San Paolo, gennaio 1956).

° Se noi consideriamo la Famiglia Paolina, il suo ministero e il suo apostolato, dobbiamo dire che esso è vastissimo, dobbiamo arrivare a tutto il mondo, ad ogni parte del mondo. Occorre avere una quantità di professi, di professe, perché si possano avvicinare tutte le anime, tutte le persone e dare loro un buon pensiero. Richiamarle a considerare il futuro, e a considerare il valore della vita presente: salvarsi, dare gloria a Dio, dare prova di amore a Dio, dare prova di fede, di fedeltà, onde meritare di andare nella casa del Padre celeste. Ora se è tanto grande la necessità di personale, se non vi è confine, perché l’apostolato è incommensurabile nella sua portata, vuol dire che il Signore ha disposto per le Famiglie Paoline molte vocazioni. A noi il compito di scoprirle, di illuminarle, di avviarle per quella via a cui Dio le ha destinate. Ecco che si capisce già il primo lavoro: ricerca delle vocazioni. A chi spetta la ricerca delle vocazioni? Per lo più si crede che questo compito sia esclusivo di una o due persone. Non è così: è un dovere di tutti è un dovere di tutte. Perché la Congregazione deve crescere, e il contributo che si deve portare alla Congregazione è in primo luogo la santità di ognuna, e in secondo luogo il contributo di apostolato. Ma fra le opere di apostolato la più delicata e la più preziosa è l’opera delle vocazioni. Allora, o preghiera, o buon esempio per chi sta più facilmente in casa; azione o parola o scritto o pellicola o radio, tutto deve servire per la ricerca delle vocazioni. Sono mezzi che la divina Provvidenza ci ha dato e dei quali dobbiamo servircene per rispondere degnamente davanti a Dio e così avere a suo tempo il premio. Perciò la cura e la premura per le vocazioni è cosa di tutti. (Alle Figlie di San Paolo, 1956).

° Immensi sono i bisogni dell’umanità, della Chiesa e delle anime, e si capisce come da ogni parte si propongano opere ed iniziative; ma le opere si fanno se vi sono le persone; e queste tanto più producono quanto più sono innestate in Cristo. Vi è la corrente elettrica a bassa ed alta tensione. La vita religiosa è la corrente spirituale ad alta tensione, è la poesia della personalità in Cristo, la generatrice e alimentatrice di eroismi. Perciò la necessità di vocazioni in tutti i settori religiosi ed ecclesiastici, nello spirito delle due opere pontificie per le vocazioni, al Clero secolare e alla vita religiosa. In questa direttiva si costruisce l’Istituto Regina Apostolorum per le vocazioni. Procede secondo Gesù Cristo Via, Verità e Vita: il suo esempio e il suo insegnamento.

Le vocazioni buone e sufficienti costituiscono il maggior attuale bisogno della Chiesa in ogni parte del mondo. (San Paolo, luglio1957 numero speciale).

° Le belle vocazioni mandate dal Signore sono state e continuano ad essere tante; sono le prove esterne del compiacimento divino. Il segno del fervore in una Casa è sempre il fiorire di vocazioni; poiché la vocazione e la sua riuscita sono frutto di esuberante spiritualità; diversamente si arriva soltanto a dare cristiani; e questi ancora più o meno buoni. (Ut Perfectus Sit homo Dei, I, 17, aprile 1960).

° Si fa la domanda: quando si può parlare ad un giovane di vocazione? Non è mai troppo presto. (Ut Perfectus sit homo Dei, I, 225, aprile 1960)

° In pochi decenni l’umanità da due miliardi di uomini è cresciuta a tre miliardi e mezzo. Al contrario, il numero dei Sacerdoti, nel complesso della cattolicità, è alquanto diminuito, mentre oggi vi sono più urgenti necessità. La Pia Società San Paolo ha un complesso di apostolati, con gli «strumenti della comunicazione sociale»: stampa, cinema, radio, televisione, dischi. In ogni nostra Casa il personale è scarso, o insufficiente. Di conseguenza: zelare l’interesse vocazionario, cercando giovani di buona volontà, intelligenza e tendenza alla vita religiosa. (San Paolo, ottobre-dicembre 1967).

° [Don Alberione] Ebbe una certa luce un giorno, pregando: “Tu puoi sbagliare, ma io non sbaglio. Le vocazioni vengono solo da me, non da te: questo è il segno esterno che sono con la Famiglia Paolina”. (Abundantes divitiae gratie suae, n. 113).