La vocazione paolina nel pensiero di don Giacomo Alberione [2]

Il tema vocazionale è stato sempre molto vivo in don Alberione ed è presente nei suoi vari interventi. Ne riportiamo alcuni (interventi dal 1912 al 1948).

° A me sembra che ogni Sacerdote che ascende la prima volta l’altare, ogni religioso che fa professione, ogni missionario che risolve di partire per terre lontane dovrebbero fare un proposito fermo: adoperarsi in tutta la vita con l’opera, la parola, le preghiere per formare e lasciare dietro di sé almeno due sacerdoti o suore, o missionari. Sarebbe troppo? A me pare di no: molti anzi faranno assai più. (Appunti di Teologia Pastorale, 1912).

° A me sembra che ogni Sacerdote che ascende la prima volta l’altare, ogni religioso che fa professione, ogni missionario che risolve di partire per terre lontane dovrebbero fare un proposito fermo: adoperarsi in tutta la vita con l’opera, la parola, le preghiere per formare e lasciare dietro di sé almeno due sacerdoti o suore, o missionari. Sarebbe troppo? A me pare di no: molti anzi faranno assai più. (Appunti di Teologia Pastorale, 1912).

° La figura di S. Paolo ci rende famigliari e cari i nomi di S. Timoteo, di S. Tito, di S. Luca, di S. Tecla. […] Chi non suscita attorno a sé vocazioni fa un gran torto al Signore ed anche a se stesso; ben a ragione si deve dire che non compie interamente l’opera sua chi non sa far nascere chi la perpetui. Quale sarà la cosa da farsi? Da chi ha già una vocazione particolare dovrà sempre tener presente il dovere che incombe di suscitare in ogni modo le vocazioni: per tutti sarà gran merito dare mano all’Opera delle opere e cioè aiutare le vocazioni che sono destinate a perpetuare tutte le opere di bene. L’esempio di S. Paolo parli a tutti chiaramente. In questo è di sommo aiuto la devozione e la preghiera a San Paolo. (Unione Cooperatori Apostolato della Stampa, aprile 1932).

° La vocazione è un’attrattiva del Signore, è una chiamata di lui ad una vita più perfetta. […] Oh, ditelo: “Il Signore mi ha amato da tutta l’eternità” Che merito, che bene io avevo fatto? […] Che grande grazia è la vocazione! La vocazione è un’attrattiva verso Gesù. (Alle Figlie di San Paolo, 1932).

° Vocazione – È la volontà di Dio che sceglie alcuno ad una vita più perfetta in terra per una maggiore felicità in cielo. […] I chiamati al sublime… sono dei fortunati, beniamini di Dio. (San Paolo, 1° aprile 1935).

° Non tutti sono chiamati? […] Il Vangelo nota con insistenza che alla divina chiamata gli Apostoli hanno lasciato tutto e, quindi, seguito Gesù. San Francesco d’Assisi ed i Santi Fondatori in generale hanno richiesto come prima prova di volontà schietta l’abbandono di tutto. (San Paolo, 1° giugno 1935).

° Nella scelta dei giovani, specialmente quando si avvicina la definitiva accettazione per la professione, attentamente, dobbiamo considerare se essi diano speranze di riuscire utili alla Chiesa attraverso la Congregazione. […] Non si può mirare ad essa come ad un posto per vivere tranquillamente ma il luogo per servire al Signore, alla Chiesa, alle anime. […] L’Apostolo S. Paolo con i suoi progressi da gigante nella virtù e nell’Apostolato ci sta innanzi: Dottore, vaso d’elezione, esempio. L’Apostolato della stampa è il moltiplicatore di tutti gli apostolati; anche l’opera delle vocazioni presso i Paolini darà frutti copiosi, occorre però una coltivazione più intensiva. (San Paolo, 15 febbraio 1936).

° La formazione degli Apostoli per Gesù Cristo è il problema base, con esso comincia e chiude il ministero pubblico; esso prevale e sovrasta su tutta l’opera sua, e fa persino passare in seconda linea la predicazione del Vangelo al popolo. In questo Gesù Cristo è Via, Verità e Vita. Ed io feci il patto con Dio che vi avrebbe mandato vocazioni… […] Il miracolo che io sempre ho chiesto per la Casa, prova che vi è lo Spirito Santo (poiché la vocazione vera è sempre da Dio) è questo: le vocazioni. […] Abbiamo, dunque, fede! […] E state in pace che voi farete più di me: e le vocazioni e l’apostolato fioriranno attorno a voi: ma raccogliamoci nello spirito umile, paolino, eucaristico. (San Paolo, 19 gennaio 1939).

° L’Opera delle vocazioni, divinissima opera, ci sta a cuore; la Congregazione fa per essa veramente gravi sacrifici; e le case nostre si emulano nel lavoro così caro al Divin Maestro. E siccome in qualche casa, con gran frutto, da anni già si segue la pia pratica di dedicare il primo sabato alle preghiere per le vocazioni, celebrando questa bellissima Messa, e tenendone la meditazione; prego che in OGNI NOSTRA CASA, cominciando dalla Casa generalizia, nelle case di formazione, nei noviziati, nei vocazionari, nelle case di cura, nelle case di apostolato, al primo sabato del mese, quando il rito lo permette, si celebri le Messa di Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote. Si tenga la meditazione con riferimento alle vocazioni. E si implori dalla nostra buona Madre, la Regina degli Apostoli, vocazioni scelte e numerose e perseveranti. (San Paolo, febbraio 1947).

° Ho chiesto, oltre le grazie per me e per ciascuno di voi, ciò che più mi parve utile. Le vocazioni. (San Paolo, maggio 1947).

° I Figli e le Figlie di San Paolo sentano di possedere il cuore del loro Padre e della loro Madre. San Paolo e la Santa Madonna ebbero un cuore apostolico, formato sul modello dei cuori, quello di Gesù: “Sono venuto a salvare… Venite a me tutti… Andate e ammaestrate tutte le creature…”. Sentano il problema vocazionario; sentano che alla Chiesa, alle anime ed alla civiltà non si può fare maggior servizio di questo: suscitare vocazioni. […] Vi sono nelle parrocchie energie da suscitare; cuori disposti cui basta una scintilla per farli divampare; anime dotate di virtù insospettate e che alla prova si rivelano ammirabili e pronte ad ogni apostolato. (San Paolo, agosto-settembre 1947).

° La vocazione è la volontà di Dio che destina un’anima allo stato religioso o sacerdotale. Predilezione del Signore: «Elegi vos». […] La vocazione è preziosissima gemma, un tesoro nascosto nei cuori per tre ragioni: dà immensa ed eterna gloria a Dio; è fonte di grazie e meriti particolari per il fortunato eletto; è il gran dono di Dio alle anime e al mondo, poiché Dio salva gli uomini per mezzo degli uomini, come salvò il mondo per mezzo di Gesù Cristo fatto uomo. (San Paolo, luglio-settembre 1948).

° Chi vive con fedeltà e gioia la propria vocazione, si accende di zelo per le Vocazioni. (San Paolo, maggio 1948).

° Con la stampa e con il cinema si attirano gli apostoli per la stampa e per il cine, per le edizioni in genere. […] Seguiamo e santifichiamo i tempi ed i mezzi che il progresso fornisce, scegliendo i più celeri ed efficaci. […] Mettere tutti in movimento: formando la convinzione che il problema vocazionario è il problema di base e d’avvenire; richiamando l’obbligo di tutti alla soluzione. (San Paolo, luglio-settembre 1948).

° [Le vocazioni] sono necessarie:

Per la Chiesa, come è necessario il matrimonio per la conservazione del genere umano dei figli degli uomini; così l’Ordine per dare i padri delle anime che perpetuino e amplifichino la famiglia dei figli di Dio.

Per il mondo: esse sono la luce dell’umanità; sono il sale purificante della terra, il buon lievito per la massa della pasta; sono i parafulmini che difendono dai castighi il mondo peccatore; sono i consolatori del Cuore Divino; sono i confidenti e consolatori di tutte le afflizioni; sono l’esempio che ogni giorno silenziosamente edifica il corpo di Cristo.

Per l’Istituto: qui sta l’amore ad esso, che è amore a Dio. Dargli membri sempre più numerosi e santi: religiosi e sacerdoti sempre più scelti per qualità, sempre più perfetti nella corrispondenza. (San Paolo, luglio-settembre 1948).

* Foto di Designland Pfalz da Pixabay