LA FAMIGLIA PAOLINA [11]

Associazione Cooperatori Paolini

Fondati da don Giacomo Alberione il 29 giugno 1917, festa dei santi Pietro e Paolo, i Cooperatori Paolini sono formati da uomini e donne di ogni classe sociale, che collaborano alla missione paolina secondo le proprie possibilità. La loro importanza, già notevolissima sin dagli inizi delle fondazioni paoline, è ulteriormente cresciuta dopo il nuovo impulso impresso al laicato dalla Chiesa postconciliare e dai più recenti documenti pontifici. Il movimento dei Cooperatori è divenuto Associazione Internazionale con un proprio statuto, riconosciuto a livello ecclesiale.

Diceva don Alberione: “I Cooperatori sono pensati così: Persone che capiscono la Famiglia Paolina e formano con essa unione di spirito e di intendimenti” (11 giugno 1954, riportato in: Mi protendo in avanti, p. 483). Credono nel valore del carisma paolino, e continuano, diffondono, propongono nei più svariati settori e ambienti i molteplici apostolati della Famiglia Paolina. Credono che il “carisma paolino” è straordinariamente attuale e urgente e costituisce una forte “sfida” al mondo d’oggi.

I Cooperatori, dunque, non sono i destinatari delle opere paoline ma i continuatori, ossia – come diceva e voleva don Alberione – sono i “Cooperatori per il Vangelo”, coloro che allargano, diffondono e propongono nei più svariati settori e ambienti i molteplici apostolati della Famiglia Paolina.

Vivono l’apostolato paolino in tutte le sue espressioni: catechesi, redazione, diffusione della stampa, inserimento attivo nelle emittenti radiofoniche e televisive; organizzano centri di diffusione per la stampa e per gli audiovisivi; promuovono giornate del Vangelo e della Bibbia e collaborano nei centri diocesani della comunicazione.

L’idea di avere dei cooperatori nell’apostolato trae spunto e ispirazione dall’apostolo Paolo. Egli utilizza il termine synergòi per indicare quei cooperatori, collaboratori cristiani che, con la loro opera, facilitavano la sua missione di annunciare il Vangelo. Alcuni esempi: “Esorto Evòdia ed esorto anche Sìntiche ad andare d’accordo nel Signore. E prego anche te, mio fedele cooperatore, di aiutarle, perché hanno combattuto per il Vangelo insieme con me, con Clemente e con altri miei collaboratori, i cui nomi sono nel libro della vita” (Filippesi 4,2-3). “Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù. […] Salutate Urbano, nostro collaboratore in Cristo, e il mio carissimo Stachi” (Romani 16,3.9). “Quanto a Tito, egli è mio compagno e collaboratore presso di voi; quanto ai nostri fratelli, essi sono delegati delle Chiese e gloria di Cristo” (2 Corinzi 8,23). “Abbiamo inviato Timòteo, nostro fratello e collaboratore di Dio nel vangelo di Cristo, per confermarvi ed esortarvi nella vostra fede” (1 Tessalonicesi 3,2).

Anche don Alberione, nello stile di Paolo, cerca cooperatori per il Vangelo: cristiani che apportano all’opera un contributo multiforme, dalla preghiera alle vocazioni, dall’aiuto economico alla evangelizzazione diretta. Qualunque forma di apostolato rivolta ai missionari cristiani sono una cooperazione alla missione di Cristo e all’annuncio del Vangelo.

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