Farsi “prossimo” nei social media [8]

Il 28 maggio 2023, il Dicastero vaticano per la Comunicazione ha pubblicato una Riflessione pastorale sul coinvolgimento con i social media, dal titolo Verso una piena presenza. Attraverso una serie di post, mettiamo in evidenza gli aspetti più peculiari. Ecco il post [8], relativo ai nn. 54-58.

«La relazione genera relazione, la comunità costruisce comunità. […] Il movimento dall’incontro alla relazione e quindi alla comunità parla tanto ai doni quanto alle sfide della cultura digitale. A volte le comunità online si formano quando le persone trovano un terreno comune nel riunirsi contro un “altro” esterno, un nemico ideologico comune. […] “Non dobbiamo catalogare gli altri per decidere chi è il mio prossimo e chi non lo è. Dipende da me essere o non essere prossimo – la decisione è mia – dipende da me essere o non essere prossimo della persona che incontro e che ha bisogno di aiuto, anche se estranea o magari ostile” (Papa Francesco, Angelus, 10 luglio 2016). Purtroppo i rapporti incrinati, i conflitti e le divisioni non sono estranei alla Chiesa».

«Il coinvolgimento nei social media deve andare oltre lo scambio di opinioni personali o l’emulazione di comportamenti. […] Condividere le idee è necessario, ma le idee da sole non funzionano; devono diventare “carne”. […]. Imparando dal Samaritano, siamo chiamati a diventare attenti a questa dinamica. Egli non si limita a provare pietà; non si limita nemmeno a fasciare le ferite di uno straniero. Si spinge oltre, portando l’uomo ferito in una locanda e provvedendo affinché le sue cure continuino lì. Grazie a questo accorgimento, la relazione di cura e i semi di comunità stabiliti tra il Samaritano e l’uomo ferito vengono estesi al locandiere e alla sua famiglia.

Come il dottore della legge anche noi, nella nostra presenza sui media digitali, siamo invitati ad “andare e fare lo stesso”, promuovendo così il bene comune».

«L’ospitalità si costruisce sulla nostra apertura all’incontro con l’altro […]. Per questo, le comunità digitali devono condividere contenuti e interessi, ma anche agire insieme e diventare testimoni di comunione. […]. Persone molto diverse tra loro possono intraprendere un dialogo online finalizzato a un’azione sociale. Possono essere o meno ispirate dalla fede. In ogni caso, le comunità che si formano per agire per il bene degli altri sono fondamentali per superare l’isolamento nei social media».

«Possiamo pensare ancora più in grande: il social web non è scolpito nella pietra. Possiamo cambiarlo. Possiamo diventare protagonisti del cambiamento, immaginando nuovi modelli costruiti sulla fiducia, la trasparenza, l’uguaglianza e l’inclusione. […] Dobbiamo quindi ricostruire gli spazi digitali in modo che diventino ambienti più umani e più sani».