Parole buone per il nostro tempo

Può succedere che la vita si spenga, che i sogni si frantumino sotto il duro peso della realtà, che le attese e le speranze cedano il posto alla delusione. Viviamo tempi incerti, segnati dalla stanchezza, dalla sfiducia, dalla paura di guardare avanti. Accade dentro di noi, ma anche nella realtà che ci circonda.

Ne parla Francesco Cosentino (docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, a Roma, e officiale presso la Segreteria di Stato, in Vaticano), nel suo ultimo libro Ricominciare. Parole buone per il nostro tempo. (Edizioni San Paolo 2023, pp.141). «Siamo smarriti mentre procediamo lungo i sentieri dell’incertezza. Camminiamo senza sapere dove andare, attraversando i viottoli del crepuscolo e rimpiangendo i tempi che furono, immaginando dei bei trascorsi che forse non sono mai esistiti davvero e che, però, evocano in noi la speranza di ritrovare antichi chiarori. […] Quale società vogliamo costruire? Dove vogliamo andare?

Più prigionieri di ciò che siamo che protesi verso ciò che il Signore vuole farci diventare. Più inclini al lamento, che intrepidi costruttori di futuro per le nostre città e per il nostro mondo. […] Disfattisti, rassegnati, scoraggiati, consapevoli che “la nostra generazione sta attraversando un deserto segnato da eventi vasti, in parte molto drammatici e in parte quotidiani e non meno pervasivi. Un deserto nel quale la gente è stanca, inquieta, agitata, demotivata, nevrotica, frustrata, smarrita, perché non vede il senso della vita quotidiana e la vive con poco gusto e poca voglia” (Carlo Maria Martini)”».

Eppure, quando ci manca il coraggio di “provarci ancora”, la fede cristiana ha un messaggio per noi: si può ricominciare sempre.

Abbiamo bisogno di “parole buone” che ci ricordino la promessa di Gesù: nella notte dello smarrimento e dell’attesa, mentre le luci dell’alba tardano ad arrivare: Dio ti aspetta sempre sulle rive della vita.

«Questo è il messaggio principale che Gesù consegna alla nostra vita e che la fede cristiana deve risvegliare in noi e nel cuore del mondo: sei amato, puoi ricominciare sempre. […] Anche nell’esperienza della notte e della sofferenza c’è una benedizione nascosta per te. Non è tutto finito per sempre. Puoi ricominciare sempre. Questa è la sfida. E abbiamo bisogno di parole “buone” per ricominciare. Parole e storie che, dal respiro infinito della Parola di Dio, parlano alla nostra vita e la trasformano».

“Parole buone per il nostro tempo” che Francesco Cosentino converge su sei temi.

Fiducia, sapendo che il meglio deve ancora venire, che «nasce soprattutto dal sapere che il Dio creatore mi guarda da sempre, pronunciando e ripetendo per me le parole dette all’inizio della creazione: sei cosa molto buona, sei amato, sei benvenuto».

Speranza, nella visione di un domani che può ancora fiorire e ha un nome preciso: Gesù. «Lui è l’immagine di uomo che tutti vogliamo essere ed è Colui che ha già fondato la nostra speranza perché è risorto dalla morte e ci ha promesso che risorgeremo con Lui, cioè ha tolto l’ostacolo più grande che è la morte». E, come dice Papa Francesco: «La speranza cristiana è l’attesa di una cosa che è già stata compiuta e che certamente si realizzerà per ciascuno di noi».

Riconciliazione: «una realtà attraverso cui Dio ci dice che non sono né i rimproveri, né le regole, né gli sforzi a guarire la vita. La vita viene guarita solo da un abbraccio. Perché solo l’amore guarisce. […] Questo è l’annuncio del Vangelo che Gesù ci consegna: Dio si è fatto vicino. E, perciò, riconcilia. Si fa vicino e perciò annulla le distanze. E avvicinandosi unisce ciò che è spezzato, sana ciò che è ferito. Al centro della fede, perciò, non c’è il peccato, ma l’annuncio di qualcosa di straordinario: “Dio è più grande del nostro cuore” (1 Giovanni 3,20). E tu sei amato».

Trasformazione, con il coraggio di cambiare: «Centrale, nella spiritualità cristiana, è per questo il tema della conversione: fare l’esperienza dell’incontro con Dio, per cambiare sguardo su noi stessi e sulla vita, per lasciarsi trasformare, per eliminare il lievito vecchio e diventare persone nuove, che rinnovano il mondo e curano le ferite della storia».

Inquietudine, con le domande che ci scavano. Nei Vangeli «Gesù pone 217 domande. […] Ponendo delle domande, Gesù illumina il cuore di chi ascolta, amplia gli orizzonti ristretti, spiazza, provoca cambiamenti di rotta, ci costringe a guardare dentro al nostro desiderio più profondo. […] È vivo solo chi si lascia interrogare da queste domande. Gesù stesso ce le pone nel Vangelo, perché il cuore non si addormenti e non si arresti il nostro camminare».

Un testo con ottimi spunti di riflessione e di fiducia a partire da alcune pagine del Vangelo, che Francesco Cosentino approfondisce e attualizza, per trovare il coraggio di superare questi tempi difficili e arrivare alla possibilità di ricominciare. «Ricordando che è Dio stesso l’inizio di ogni nostro ricominciare».