Il grido dei Profeti

«Quella dei profeti è parola di Dio. È una parola puntuale: arriva in tempo, è diretta a persone concrete, non è anonima, né astratta. È una voce scomoda e lacerante che colpisce e ferisce come una spada a doppio taglio (cfr Ebrei 4,12; Apocalisse 1,16). È un appello persistente e martellante per purificare e frantumare anche la pietra: “La mia parola non è forse come il fuoco – oracolo del Signore – e come un martello che spacca la roccia?” (Geremia 23,29). È una parola feconda che rinnova e rigenera: “Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver irrigato la terra, … così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto” (Isaia 55,10-11). È un annuncio lieto e fiducioso che, proclamando la bontà e la salvezza del Signore, incanta e appassiona. Per questo Dio dice a Ezechiele: “Ecco, tu sei per loro”, gli esiliati, “come una canzone d’amore: bella è la voce e piacevole l’accompagnamento musicale” (Ezechiele 33,32). Mettersi, pertanto, in ascolto dei profeti è scoprire il volto di Dio, le sue attese, il suo piano per orientare la propria vita e per dare risposte agli interrogativi degli uomini».

Giuseppe Cavallotto, Il grido dei Profeti. Parole senza tempo. Edizioni San Paolo, 2023, pp. 656.

Mons. Giuseppe Cavallotto, Vescovo emerito di Cuneo e Fossano, con la presente opera ci introduce alla lettura dei libri profetici. È come una visita guidata nella ricca galleria di questi portavoce di Dio. Incontrandoli, possiamo accogliere la parola del Signore e riconoscere i passi di Dio nella storia.

«I diciotto libri profetici – scrive l’Autore – sono i passi di Dio con il suo popolo e con gli uomini tutti. Le voci dei profeti svelano il volto di Dio che ama la vita di ogni persona, difende i più deboli – orfani, vedove, stranieri -, vuole una convivenza più pacifica e giusta. Dio con i suoi interventi, in parole e azioni, si oppone a ogni forma di violenza, chiama alla conversione, porta sulle sue spalle dolori e sofferenze dell’umanità. Come aquila, Dio solleva i suoi figli perché volino alto (cfr Esodo 19,4). Il mondo, il nostro mondo, è visitato, abitato e sorretto dal Signore. La sua voce non si è spenta, le sue mani non sono inaridite. Ridurre al silenzio i profeti è ignorare i passi di Dio che cammina con gli uomini per portare sulle sue spalle le ferite, le fatiche e le speranze del mondo».

«Per i profeti la storia umana è una storia di Dio che cerca l’uomo. Il Signore, Santo e Trascendente, è vicino e presente: coinvolto nelle vicende degli uomini, Dio si prende cura delle sue creature, si interessa di loro con premura, con compassione, con sollecitudine infinita».

«Il prendere atto, con stupore, del cammino misterioso che Dio percorre con ogni persona, aiuta anche il credente a scoprire tratti inediti del volto divino».

Carlo Cravero, biblista, commenta così il presente lavoro di Mons. Cavallotto: «Considero questa pubblicazione un interessante studio biblico catechetico per tutti coloro che sono appassionati alla Scrittura. Dalle sue pagine emerge la forza travolgente dei profeti: la potenza del loro messaggio, strettamente unito alla loro vita, li rende unici. Abbiamo bisogno di riscoprire la profondità della profezia per essere anche noi testimoni credibili del Dio della vita!».

E Carmelo Anile, medico: «Quando ho letto le bozze di questo testo è stato per me, credente e laico, come tuffarmi in un mondo vasto e sconfinato, che non avrei mai sospettato esistesse già otto secoli prima di Cristo. Mi si è aperta una prospettiva nuova e antica, nel contempo, che ha rafforzato la mia convinzione di credente nella fede in Dio Padre… Tre sono state le peculiarità che mi hanno colpito in questo libro sui profeti: anzitutto la “pervicacia” con la quale Dio persegue il suo obiettivo di spiegare all’uomo il suo piano di salvezza per tutti; in secondo luogo l’estrema “ritrosia” degli uomini nell’accettarlo; infine la “certezza” che il piano di Dio si avvererà».

Infine, Ludwig Monti, biblista: «Particolarmente suggestivi sono i “sentieri di meditazione” collocati alla fine dell’opera: la concludono e, nel contempo, la aprono all’esperienza di quanti vorranno lasciarsi da essa coinvolgere, ascoltando ancora e ancora le parole dei profeti, testimoni di Dio sempre attuali».