La San Paolo e la sua missione di evangelizzare nella cultura della comunicazione [4]

La mission dei Paolini è l’evangelizzazione. E investe su tre ambiti: Bibbia, famiglia, comunicazione.

Bibbia. Analizzata nei suoi aspetti di Comunicazione: interni (cosa comunica, e qui si può spaziare dal testo biblico agli studi biblici, a temi di teologia, liturgia, morale, eccetera) ed esterni (come comunicare il messaggio biblico nella cultura odierna e alle persone di oggi, e come raggiungere il pubblico utilizzando qualunque supporto utile: articolo di rivista, libro, programma tivù, web, programma radio, eccetera). Referente principale è la Famiglia: in sé e nella varietà dei suoi componenti. Ovviamente non va tralasciato il resto del pubblico. A tutti va indirizzato il messaggio biblico. Altro referente è la cultura della comunicazione.

Famiglia. Analizzata nei suoi aspetti di Comunicazione. La famiglia nelle sue relazioni, nelle sue esigenze, nelle sue difficoltà, nei suoi sogni, nella costruzione della società e del futuro. Famiglia tenendo conto di tutte le sue componenti ideali e reali. E scoprendo l’apporto che la comunicazione può offrire alla realtà della famiglia.

La famiglia va però rapportata alla Bibbia. Significativa la lettura ebraica della quinta parola del decalogo: “onora il padre e la madre”. Quale il motivo che deve spingere ad onorarli? Certamente tutti quelli che normalmente vengono elencati: ci danno la vita, si impegnano nell’educazione, sono il sostegno, eccetera. Ma uno è il vero motivo: sono loro a trasmettere l’Alleanza ai figli. Di qui l’impegno primo per i genitori: la trasmissione dell’Alleanza. Ecco allora l’importanza della Bibbia nella realtà della famiglia. Perché tutto va orientato a Dio, e tutto va vissuto nel segno di Dio.

Comunicazione. Vista come specifico di ogni realtà e collante di ogni tipo di relazione. Comunicazione come sguardo sul mondo e sul suo evolversi, analisi geopolitica delle società, lettura degli eventi, spiegazione dei processi comunicativi, sguardo sul futuro. Comunicazione come parola rivolta alla Famiglia e per la famiglia. Ma soprattutto comunicazione impregnata della Bibbia, della Parola di Dio. Diventare voce di Dio nella cultura della comunicazione. Storia della salvezza che si attua nel mondo d’oggi.

Identificati gli ambiti dei nostri contenuti, va identificato il pubblico e la modalità di comunicazione.

Per quanto riguarda il pubblico, comprende le differenti tipologie e fasce d’età, a cominciare dalla famiglia e allargandosi a ogni individuo della società e delle società. Ci saranno quindi testi e prodotti per ragazzi, teenager, giovani, adulti, anziani, ecc.

Sulla modalità di comunicazione, l’attenzione va alla crossmedialità. Cosa significa in concreto? Stabilito un tema, o uno specifico contenuto, verrà sviluppato tenendo conto della multimedialità comunicativa. Così, se tratto un tema biblico, ecco una varietà di “distribuzione”. Testo biblico scritto, testo sonoro, testo con lettore in video. Analisi di quel testo. Riferimenti archeologici che possono illustrare il testo. Attualizzazione nella realtà di oggi. Riferimenti artistici. Testimoni. Quindi la decisione dei canali: un articolo su una rivista per adulti, un articolo o un gioco nella rivista per ragazzi, un articolo per una rivista specializzata, un libro, serie di interviste per radio, tivù, web, eventuali gadget, app per tablet, eccetera eccetera eccetera. Stessa impostazione per gli ambiti riguardanti la famiglia e la comunicazione. In tutto, il criterio di scelta rimane l’evangelizzazione. Qualunque sia l’argomento trattato deve condurre a percepire il senso di Dio, deve stimolare a costruire il regno di Dio, una società dove Dio è presente.

Bibbia, famiglia, comunicazione strettamente intrecciati, in quanto voce di Dio che comunica e si inserisce nella cultura della comunicazione e si rivolge alla famiglia e ad ogni persona.

Nel processo crossmediale una parte importante è svolta dal pubblico. Che interviene in modo attivo offrendo il proprio punto di vista, la propria interpretazione, il proprio coinvolgimento, ecc., generando contenuti che andranno a far parte dei contenuti crossmediali.